i primi portatili vengono dal Giappone

16 Ottobre 2010
  • Portatili



I primi anni ’80, grazie alla diffusione dei personal computer, hanno accresciuto l’esigenza di avere dei dispositivi veramente portatili.

Queste nuove macchine si differenziano dai computer definiti trasportabili (cito tra tutti solamente il primordiale Osborne, l’Olivetti M21 ed il mitico Commodore 64sx)
sia per peso e dimensioni ma soprattutto perchè in grado di funzionare scollegati dalla rete elettrica, tramite batterie.

L’arrivo di uno di questi piccoli gioielli mi ha fatto notare che curiosamente tutte queste macchine sono state prodotte in Giappone.

Prendendo in esame la foto in apertura del post, il primo in alto a sinistra è il Casio FP-200 del 1982. Oltre all’immancabile Basic, integra un rudimentale foglio di calcolo. Molti accessori sono stati prodotti per questa notevole macchina, spinta da un processore Intel 80c85 da 4mhz, tra i principali ricordiamo un lettore floppy esterno ed un interessante plotter.

Il più performante del gruppo è lo Sharp PC-5000, arriva sul mercato l’anno successivo, integra una stampante e si avvantaggia di un bel monitor da 80 caratteri su 8 linee, in grado di raggiungere la notevole risoluzione di 640×80 pixel. Un potente 8088 ed il sistema operativo MS-Dos portano questa macchina ai vertici della categoria.

E’ ricordato per un’altra interessante particolarità: è uno dei pochissimi computer mai prodotti al mondo ad utilizzare le memorie a bolla per la registrazione dei dati, ecco l’immagine di questo raro suporto:

Epson con il suo HX20 stupisce per la completa dotazione: mini-cassetta per la registrazione dei programmi, mini-stampante integrata e, per la prima volta sul mercato, accoppiatore acustico e lettore di codici a barre opzionali. Insomma, nel 1982 non era certo facile trovare una soluzione così completa, spinta da ben due processori Hitachi 6301.

Per concludere il nostro breve viaggio in questo affascinante mondo, segnalo in basso a sinistra nella prima foto, l’Olivetti M10, che, a sorpresa, rimane comunque un piccolo computer giapponese. Non tutti sanno infatti che questa meraviglia deriva da un elaboratore prodotto da Kyocera, il Kyotronic 85 che vedete raffigurato qui sotto:

La casa di Ivrea ha seguito le orme di Tandy e di Nec che entrambe hanno adottato questa interessante base per produrre un portatile basato sul 80c85 spinto a 3mhz con basic ed alcuni utili programmi integrati.

Insomma, ancora una volta il paese del Sol Levante ci ha stupito per capacità di miniaturizzazione e per aver dato il via a molte interessanti macchine in grado di soddisfare appieno la nostra voglia di tecnologia.